TELEFONO +393394434936

 

La fiducia in se stessi

15/01/20211

Qualsiasi relazione umana per funzionare bene deve includere un elemento di fiducia. Di solito dall’altro ci si aspetta lealtà, affidabilità e credibilità, si presume che l’altra persona farà ciò che dice, che si possa fare affidamento sulla sua parola e che le promesse, gli impegni e gli accordi, saranno mantenuti. Ma tutti nella tua vita hanno il potenziale di tradirci. Le persone che incontriamo potrebbero morire, o potrebbero andarsene, potrebbero fare un commento scortese o imbrogliarci, potrebbero mentire, potrebbero deluderci in molti modi diversi. Non possiamo contare su nessuno al 100 percento, anche se questo non significa che dovremmo isolarci o indurire i nostri cuori.

Nelle interazioni con altre persone, mettiamo in campo un tipo di fiducia che ha un focus esterno. Esiste invece un altro tipo di fiducia, che si rivolge all’interno ed ancora più importante: è la fiducia che abbiamo in noi stessi e nelle nostre capacità, e che a ben vedere si rivolge verso l’unica persona su cui sappiamo di poter contare sempre, ovvero noi stessi. Possiamo immaginare la fiducia in noi stessi come una sorta di nucleo di calore e sicurezza interno su cui possiamo fare affidamento e che ci indicherà la strada da percorrere.
Il vero problema quindi non riguarda l’altra persona e se ci si può fidare. La sfida più grande è avere fiducia in noi stessi e sapere, sentire dentro di noi, che le delusioni, i tradimenti e le avversità non ci spezzeranno. Quando conosciamo la nostra capacità di gestire la vita così come viene, nonostante ciò che gli altri fanno o non fanno, non abbiamo bisogno di nasconderci stando sempre alla ricerca del “pericolo”. Quando ci fidiamo delle nostre percezioni e dei nostri segnali interiori, ci muoviamo con sicurezza nel flusso della vita, seguendo il ritmo del cuore. Prendiamo le nostre decisioni anche se non è garantito un risultato positivo, in poche parole scegliamo di assumerci il rischio di vivere. Incarnare la fiducia al livello più profondo del nostro essere risveglia un senso di sicurezza e stabilità, indipendentemente dalle circostanze esterne.

Avere fiducia in noi stessi vuol dire imparare a volerci bene e prenderci cura di noi, essere gentili verso ciò che siamo. Attraverso la fiducia in noi stessi si innesca un circolo virtuoso, perché la fiducia in noi aumenta e approfondisce anche la connessione che abbiamo con gli altri, e riduce il nostro bisogno di approvazione esterna. “Fiducia in noi stessi” significa sapere che saremo in grado di prenderci cura dei nostri bisogni e della nostra stessa sicurezza, significa che ci fidiamo della nostra capacità di risoluzione e di sopravvivenza nelle situazioni della vita.

Avere fiducia nonostante gli errori
La relazione con noi stessi è il fondamento di tutte le altre nostre relazioni. Avere fiducia in noi stessi non significa che saremo sempre certi di dire la cosa giusta o di prendere la decisione giusta; non ha nulla a che fare con l’essere perfetti, ma vuol dire fidarsi della nostra capacità di riuscire a superare uno sbaglio, un fallimento, o di riuscire a prendere una decisione difficile. Avere fiducia in noi stessi non vuol dire pensare di avere già tutte le risposte, significa avere la convinzione che riusciremo ad essere gentili e rispettosi verso noi stessi indipendentemente dal risultato dei nostri sforzi.

Spesso a causa della paura di fallire, non riusciamo a prendere le decisioni che sono importanti per la nostra vita. Temiamo di sbagliare e di arrivare a pentirci della nostre scelte. Anche se può essere spaventoso per noi correre dei rischi nella vita, uno dei modi migliori in cui possiamo costruire la fiducia in noi stessi è provare, assumendoci il rischio che non tutto andrà secondo i nostri piani e che potremmo anche fallire.
Spesso questo accade perché ci chiediamo se facciamo bene a fidarci delle nostre sensazioni e sentimenti e a seguire il nostro istinto o se invece sarebbe più opportuno fare quello che farebbero tutti gli altri. Così pensiamo di non essere in grado di prendere la decisione giusta, per cui evitiamo di intraprendere qualsiasi azione.
Mano a mano che sviluppiamo la nostra capacità di assumerci dei rischi, invece, aumentiamo anche la nostra capacità di avere coraggio, il che a sua volta espande la nostra capacità di fidarci di noi stessi, di poter commettere degli errori e di accettare di non essere infallibili. Gli sbagli fanno parte del viaggio e offrono sempre opportunità di apprendimento.

Uno dei motivi principali per cui non ci fidiamo di noi stessi è che non ci perdoniamo per gli errori che abbiamo commesso, per il dolore che abbiamo causato a noi stessi o ad altri o per i rimpianti che abbiamo. Questi “demoni interiori” ci perseguitano, e li usiamo come prova o come alibi per non andare verso le cose. Man mano che aumentiamo la nostra capacità di perdonare noi stessi, guariamo dal passato e infondiamo nuova vita alla nostra esperienza. Questo crea un nuovo senso di entusiasmo sia per il momento presente che per il nostro futuro. E, poiché siamo in grado di perdonare noi stessi per gli errori che abbiamo commesso in precedenza, possiamo lasciare andare il nostro attaccamento all’essere “perfetti” e dover fare tutto nel modo giusto.

Assumerci la responsabilità per noi stessi, per la nostra felicità e per il nostro benessere è un passo necessario per imparare a fidarci maggiormente di noi stessi. Certo, le nostre fortune sono influenzate anche da fattori esterni, ma conservando un pensiero radicato nella realtà, possiamo fare scelte più ponderate e più personali, che ci appartengano veramente.
Quello della responsabilità è un fattore chiave per avere fiducia in noi stessi: se non facciamo le nostre scelte, qualcun altro sceglierà per noi. Ovviamente spesso non vi è alcuna garanzia che le nostre decisioni porteranno ai risultati desiderati, ma lasciare che gli altri decidano per conto nostro potrebbe metterci su una strada non adatta a noi. Consegnare il volante della nostra volontà interiore a qualcun altro non è compatibile con la nostra maturità e indipendenza; delegare ad altri decisioni e scelte che riguardano la nostra vita ci mantiene in uno stato infantile e apre la porta alla manipolazione e all’abuso.

Al centro della fiducia in noi stessi c’è l’intima convinzione di essere adeguati alla vita e che saremo in grado di affrontarne le sfide. Non delegheremo ad altri le nostre decisioni e non cederemo all’impotenza, alla dipendenza, all’obbedienza o all’apatia. Al contrario, saremo saldi nel nostro diritto di essere noi stessi e di guidare il nostro percorso attraverso la vita con integrità e autenticità.

 

L’intuito, la fiducia radicata nel corpo
L’intuito è qualcosa che appartiene ad ognuno di noi, in modo più o meno spiccato, e ognuno di noi ha un profondo senso di ciò che è vero e giusto per sè nella maggior parte delle situazioni. Quando pratichiamo l’ascolto del nostro intuito, iniziamo a fidarci di noi stessi a un livello più profondo.
Il problema è che non è sempre facile ascoltare noi stessi, a volte cadiamo nel nostro stesso tranello, nella paura di non poterci fidare di noi e di non essere in grado di riuscire a prendere delle buone decisioni perché in passato abbiamo commesso degli errori.
Non c’è dubbio che tutti noi vogliamo fare le cose nel modo giusto, e poiché abbiamo paura di sbagliare, spesso cerchiamo consigli e risposte all’esterno. La nostra intuizione è qualcosa a cui semplicemente non diamo abbastanza credito: molte volte ci capita di avere una sensazione viscerale su qualcosa, ma di non ascoltarla. Cerchiamo di razionalizzare, ma non sempre c’è una spiegazione razionale, e non tutti i sentimenti devono o possono essere razionalizzati o analizzati eccessivamente.

L’intuizione è la nostra propria e peculiare comprensione immediata di qualcosa; non c’è bisogno di pensarci troppo o di avere un’opinione esterna, lo sappiamo e basta. L’intuizione nasce come una sensazione nel corpo, quella determinata sensazione che solo noi proviamo in quel momento. Per questo motivo, fidarsi del proprio intuito è l’ultimo atto di fiducia in se stessi. Ascoltare il nostro intuito e le nostre sensazioni ci aiuta a evitare relazioni e situazioni malsane e ci guida verso ciò che è veramente meglio per noi.

A volte ascoltare la nostra intuizione può voler dire rallentare il nostro passo nelle cose. Rallentare ci aiuta a riconoscere ed elaborare meglio le informazioni che riceviamo, non solo nella mente ma anche nel corpo. Per fare ciò è bene creare mentalmente e fisicamente uno spazio lontano dal caos dei pensieri e delle troppe sensazioni. Nella vita reale, può significare allontanarsi da una situazione per acquisire maggiore chiarezza, come prendersi una vacanza prima di cambiare lavoro o trascorrere un po’ di tempo separati da qualcuno per fare chiarezza sulla relazione e sui nostri sentimenti.
Rallentare significa fare intenzionalmente spazio per l’intuito. Il ritmo più lento aiuta a spostare la prospettiva e eliminare le distrazioni in modo che possiamo vedere e sentire ciò che conta veramente. La respirazione consapevole, ma anche la meditazione, lo yoga e altre pratiche, spostano l’attenzione dai pensieri veloci in uno spazio interno più profondo di calma e concentrazione.

L’intuizione è radicata nelle sensazioni all’interno del nostro corpo, quindi imparare a riconoscere cosa sta succedendo nel corpo, cioè quello che sentiamo, è la chiave per sviluppare la nostra intuizione. Facciamo caso a quale risposta corporea si attiva in seguito a un’emozione – un ottimo modo per esercitarsi è provare a comprendere l’emozione nel momento in cui la stiamo provando, ad esempio la rabbia – e poi ascoltiamo quali sensazioni sorgono nel corpo che sono associate a quell’emozione – ad esempio la mascella è tesa e le spalle sono sollevate e tese. Ciò ci aiuta a non metterci troppa testa rischiando di essere travolti dai pensieri, e ci fa entrare in sintonia con il corpo, dove risiede l’intuito.

Possiamo iniziare a praticare questa attenzione come osservatori alle prime armi, notando semplicemente con interesse ciò che accade nel nostro corpo in risposta a diversi stimoli ed emozioni. Prestiamo particolare attenzione alla respirazione, ai muscoli e alla frequenza cardiaca per vedere come reagisce il corpo e cosa ci dice quella reazione.

Proviamo a chiederci: “Di cosa ho veramente bisogno qui? Cos’è importante per me? “. Queste domande ci aiutano a spostare il focus su noi stessi e su cosa proviamo. L’intuizione fa parte del nostro sé più profondo e più saggio, quindi è sano che l’attenzione sia esattamente su di noi in determinati momenti. Dopo aver risposto alla domanda “Di cosa ho bisogno adesso?”, possiamo provare a fare qualcosa per darci ciò di cui sentiamo di avere veramente bisogno. In genere si tratta di piccoli passi, non deve essere necessariamente qualcosa di eclatante.

 

Ascoltare sensazioni e sentimenti senza cercare di razionalizzarli
Quelli di noi che vivono troppo “in testa” e pensano troppo a tutto, hanno difficoltà ad ascoltare la propria intuizione. Dopotutto, il nostro istinto è di razionalizzare le cose in modo che abbiano un senso, ed è comunque più facile dare un senso ai propri pensieri che non ai propri sentimenti. L’intuizione non è qualcosa che può essere sempre facilmente razionalizzato, motivo per cui molti di noi non la ascoltano. A volte non riusciamo a spiegarci perché ci sentiamo incerti su alcune cose, ma quando pensiamo troppo a ciò che la nostra voce interiore ci sta dicendo invece di ascoltarla, aggiungiamo solo giudizio e insicurezza alla nostra esperienza. Invece di andare avanti e indietro cercando di prendere una decisione, proviamo a sintonizzarci sui nostri sentimenti senza cercare di resistervi strenuamente. Non dovremmo sforzarci di trovare a tutti i costi una spiegazione razionale ai nostri sentimenti, possiamo ascoltarli, sentirli e provare a vedere dove ci portano.

Accettare noi stessi e ciò che proviamo è già un primo passo verso quella fiducia di cui stiamo parlando: sappiamo chi siamo e conviviamo serenamente sia con le nostre qualità più “solari” che con quelle meno piacevoli, abbiamo fiducia nelle nostre sensazioni e intuizioni e sappiamo che possiamo farci strada autonomamente nel mondo.
Quando necessario, l’assistenza e il sostegno degli altri sono ovviamente ben accetti, ma è importante imparare a fare di noi stessi la nostra casa, centrati e sicuri nei nostri confini.
Anche se sembra – o ci viene detto – che non siamo abbastanza bravi, che ci mancano i mezzi o alcune abilità, possiamo prendere delle decisioni in cui possiamo riconoscerci profondamente. Adattarci quando le condizioni cambiano, avventurandoci oltre la nostra zona di comfort e cambiando modalità se gli sforzi all’inizio non hanno successo, ci aiuta a non regredire nella dipendenza e nell’impotenza.

Ognuno di noi nasce con una risorsa interiore che, se coltivata, ci nutre emotivamente e ci aiuta a prosperare e ad espanderci. Questa risorsa è la fiducia in noi stessi. Ogni bambino possiede potenzialmente un’innata fiducia in se stesso: sa quando è affamato e stanco, sa cosa gli piace mangiare, sa con chi vuole socializzare e con chi no. Ogni bambino conosce i propri ritmi, gusti e preferenze, ma poiché gli adulti intorno dicono che loro conoscono meglio, che “sanno”, spesso l’intrinseca fiducia in se stessi di alcuni bambini viene sepolta. Così accade che diventiamo condizionati a cercare l’approvazione e la guida degli altri invece di fidarci di noi stessi. Di conseguenza, molti di noi soffrono dei sintomi dell’insicurezza e della sfiducia: indecisione paralizzante, costante desiderio di approvazione, perfezionismo e paura del fallimento.

Non solo la fiducia in se stessi viene sepolta dalla convinzione che tutti gli altri sappiano qualcosa che ci riguarda meglio di quanto lo sappiamo noi, ma viene anche indebolita dal nostro costante desiderio di ricevere una convalida esterna. Impariamo presto che se facciamo le cose “giuste”, riceveremo i sorrisi dei nostri genitori e degli insegnanti, ma cercare la convalida esterna è come andare in giro tenendo un secchio senza fondo, aspettando che venga riempito. Anche se possiamo provare felicità o rassicurazione quando qualcuno ci dà l’approvazione, questi sentimenti sono di breve durata.

Ecco perché il secchio è senza fondo: potremmo passare il resto della nostra vita a salire ai vertici di un’ipotetica scala lavorativa, economica, familiare, creativa o sociale. Potremmo ottenere dall’esterno tutto ciò che pensavamo che ci avrebbe portato felicità. Eppure nonostante questo potremmo comunque restare ancora senza l’esperienza di una realizzazione vera e sostenibile per noi, che ci appartenga davvero. Una sana fiducia in se stessi è come avere un sistema gps interno: sappiamo dove andare, ci fidiamo delle nostre decisioni e siamo disposti a correre dei rischi. Non avremo paura del fallimento o di commettere errori perché il nostro senso di sé non è derivato dall’esterno.

 

Imparare a fidarci di noi stessi
È possibile imparare a fidarci di noi stessi quando per tutta la vita abbiamo rinunciato a creare questa fiducia? Si, è possibile. La fiducia in noi stessi è allo stesso tempo sia il nucleo profondo e caldo che appartiene ad ognuno e che ci nutre, sia una capacità che possiamo apprendere. Come in tutte le aree di crescita personale, si tratta di un percorso che richiede tempo, pazienza e impegno. Il cambiamento non avviene in trenta giorni o in tre semplici passaggi.

La fiducia può sembrare un privilegio di pochi. Se abbiamo vissuto avendo i nostri bisogni di base sempre soddisfatti, se c’era una sorta di rete di protezione lì pronta a prenderci, probabilmente ci sarà più facile identificare un senso di sicurezza e di fiducia in noi stessi. Se invece il nostro mondo non lo ha incluso, quel muscolo della fiducia potrebbe impiegare più tempo a crescere. Ad ogni modo, nonostante le circostanze in cui siamo nati e cresciuti, potremo attingere forza e consapevolezza dal fatto che anche se non sempre abbiamo potuto fidarci delle circostanze esterne nella nostra vita, possiamo fidarci di noi stessi, oggi.

Dovremmo poter essere in grado di vivere con fede, speranza e una prospettiva realisticamente positiva verso l’esistenza, poiché non c’è spazio né tempo per vivere da vittime o per seguire incondizionatamente ciò che gli altri ci dicono di fare, pensare o sentire. Fidandoci della nostra competenza e del nostro valore come persone, riusciamo a fare il meglio che possiamo con ciò che abbiamo o che sappiamo in quel determinato momento.

Man mano che pratichiamo la fiducia, il nostro livello di consapevolezza cresce con noi mentre apriamo cuore e mente. La fiducia è un riconoscimento, un radicamento, un’accettazione del momento presente e di noi stessi, una consapevolezza del potere che custodiamo e un’apertura che richiede di lasciare andare il giudizio. La fiducia tiene tutto insieme e ci apre alla massima espressione di possibilità e di espansione.

Se trovi difficile fidarti di te stesso e delle tue scelte, in che modo questo influisce sulla tua vita? Cosa devi sviluppare o migliorare per fidarti di più di te stesso? In che modo la tua vita sarebbe diversa se avessi una maggiore fiducia in te stesso? Lasciaci un commento!

One comment

  • Assunta Berardi

    03/01/2023 at 13:55

    Sarei più tranquilla e meno sensi di colpa invece mi colpevolizzo in tutto quello che faccio mio marito se ne è’ andato 5 mesi fa per una grave malattia siamo stati in siete per 40 anni ma il nostro rapporto era fatto di alti e bassi …. Ora mi manca terribilmente e mi colpevolizzo per quello che non ho fatto nel passato … gli sono stata vicino sempre fino all’ ultimo giorno la sofferenza e’ atroce dentro di me c’è tanta sofferenza mi manca tanto !! Ho una figlia sposata che ha 32 anni ma ora come ora sono distrutta dal dolore e premetto che tendo ad avere depressioni ma questa e’ veramente insopportabile e ho paura di non farcela

    Reply

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.