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Dalla psicanalisi alla vegetoterapia (quarta e ultima parte)

11/08/20160

Trascrizione della lettura del dottor Philip Bennett del 30 aprile 2011 – quarta ed ultima parte

(Prima parte dell’articolo a QUESTO LINK – seconda parte dell’articolo a QUESTO LINK – terza parte dell’articolo a QUESTO LINK)

Elsa Gindler, che ho nominato poco fa, e che potrebbe essere un nome nuovo per alcuni di voi, ha sviluppato una forma di movimento terapeutico e di respiro. lei, come Reich, ha sofferto di tubercolosi. Non so se siete a conoscenza del fatto che sia il padre che il fratello di Reich sono morti di tubercolosi, e Reich stesso contrasse la tubercolosi all’inizio del 1927; è andato a Davos, dove ha finito di scrivere La funzione dell’orgasmo. Mentre Elsa Gindler si stava curando dalla tubercolosi, ha fatto osservazioni sul respiro e su come il movimento possa facilitare il respiro. E queste osservazioni non le sono venute facendo yoga, ma attraverso una diretta esperienza col proprio corpo.

Quando Fenichel si è trasferito a Berlino nel 1922 (non ho idea di cosa l’abbia portato a Berlino), una donna chiamata Clara Nathenson, che più tardi diventerà Clara Fenichel, studiava con la Gindler, e a quanto sembra lo stesso Fenichel studiava con questa donna. A quanto pare, secondo Eva, figlia di Reich ed Annie, quando i suoi genitori si trasferirono a Berlino nell’autunno del 1930 (si trasferirono assieme nonostante il loro rapporto non fosse molto forte), Annie studiava con Clara, e portava Eva con sé. Eva doveva avere all’incirca 6 anni, e quando tornavano a casa Reich faceva sempre delle domande su cosa avessero fatto, cos’era questa cosa del movimento e del respiro, ecc., quindi se i ricordi di Eva sono corretti, Reich potè farsi un’idea attraverso Annie ed Eva ed i Fenichel sulla muscolatura, che ci fosse una sorta di correlazione tra muscolatura e carattere nevrotico.

Nel 1932 Reich incontra Elsa Lindenberg, che diventa la sua “seconda moglie”; non si sono mai legalmente sposati, ma a tutti gli effetti lei era sua moglie. Elsa era una ballerina, e aveva studiato a Berlino con Leban, che credeva in una danza democratica, una danza per le masse. Forse Reich, attraverso il suo rapporto con Elsa, attraverso la sua conoscenza della Gindler, sta sviluppando l’idea di poter portare la terapia su un piano corporeo.

Infatti, a sua volta, egli influenza Elsa. Nell’agosto del 1939 Reich parte per gli Stati Uniti, Elsa resta in Norvegia, e questa è una scelta piuttosto pericolosa, perché anche se lei non era ebrea, era senz’altro comunista, e si sa che i tedeschi occuparono la Norvegia piuttosto rapidamente e facilmente. Il mio caro amico Bjorn Blumenthal, che alcuni in questa classe conoscono, dopo la guerra, quando entrò all’università, fece alcune lezioni con Elsa Lindenberg, e fu attraverso queste lezioni che egli arrivò a Reich per la prima volta; ecco come egli seppe di Reich… e adesso egli dirige il Norwegian Institute of Vegetotherapy – ed è uno dei principali istituti formativi per terapeuti ad Oslo. Quindi il suo contatto con Reich fu attraverso Elsa Lindenberg.

Quindi: abbiamo l’impegno teorico, la convinzione che il lavoro debba incentrarsi sul corpo, l’influenza di Ferenczi e delle altre persone che abbiamo nominato… e lentamente Reich comincia a sviluppare questa terapia. Nel 1937 Reich scrive un articolo sul blocco delle vie respiratorie, quindi ha già notato una correlazione tra la muscolatura e la respirazione ed il modo in cui questa inibisce il flusso di energia vitale. E dal 1938 i suoi pazienti cominciano a “spogliarsi” in modo che lui possa osservare più chiaramente l’armatura, ma anche richiamare la loro attenzione su alcuni aspetti della struttura caratteriale. In ogni caso, e questo ho dimenticato di dirlo, Reich aveva una mimica incredibile: era un ottimo attore, in grado di riprodurre al suoi pazienti le loro mimiche facciali o l’espressione corporea, in modo che se ne rendessero conto.

Quando Reich arriva per la prima volta negli Stati Uniti, mette fuori il suo giornale in lingua inglese, The Journal of Sex Economy and Orgone Research.   Il primo numero è del 1942, e l’articolo di apertura è La storia del nostro istituto, nell’articolo Reich dice “Siamo relativamente nuovi qui, non vi è ancora nessun gruppo pedagogico o qualcuno che si occupi di fare ginnastica terapeutica”.

Cos’è la ginnastica terapeutica? L’anno seguente, in un articolo apparso in IJSO, Lucille Bellamy scrive “I principi della ginnastica terapeutica sono stati elaborati da Elsa Lindenberg, una collega del dr. Reich in Norvegia, a partire dal 1936. Così, nonostante io abbia sviluppato il mio metodo in maniera del tutto indipendente, durante il tempo in cui mi sottoposi io stessa alla vegetoterapia, non sono la prima ad aver utilizzato questo metodo”. E poi dice “Il principio alla base della vegetoterapia è l’istituzione del riflesso dell’orgasmo. In qualità di insegnante di ginnastica terapeutica, questo è anche il mio obiettivo, tuttavia sarebbe irrealistico per me affermare che la potenza orgastica può essere raggiunta attraverso la ginnastica; deve essere chiaramente inteso che io considero tali risultati impossibili per il mio lavoro. È solo attraverso il lavoro del vegetoterapeuta che la potenza orgastica si rende probabile. Considero la ginnastica vegetoterapeutica come un correlato della vegetoterapia”. Qui sarebbe da stabilire se a questo punto Reich avesse già riconosciuto la necessità o la possibilità di una correlazione alla terapia in corso sotto forma di esercizi di vario tipo.

L’ultima cosa che vorrei mostrarvi, in Reich parla di Freud, c’è un articolo di Reich del 1938, dove egli fa una distinzione tra vegetoterapia e psicanalisi. Dove la psicanalisi parla di repressione, la vegetoterapia parla di blocco vegetativo. Dove la psicanalisi parla di un’eziologia della nevrosi con origini sessuali, la vegetoterapia parla della funzione dell’orgasmo e dei disturbi emotivi causati da disturbi a questa funzione, ecc. Quindi l’obiettivo della psicanalisi è la scoperta di meccanismi emozionali inconsci, l’obiettivo della vegetoterapia è la scoperta dei meccanismi fisici vegetativi, ecc. Tutto questo potete leggerlo in Reich parla di Freud (citazione pagine 270 – 274)

 

 

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