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Appunti sul pensiero funzionale

28/10/20070

Il desiderio di scrivere attorno al pensiero funzionale nasce da una duplice esigenza; da una parte quella di descrivere il modo in cui Reich arriva alla scoperta del funzionalismo energetico, e dall’altra accostare ad esso un certo tipo pensiero-insegnamento che nasce da culture a noi lontane ed in epoche remote.

Già Reich aveva indicato Giordano Bruno come un precursore che quattrocento anni dopo avrebbe portato l’uomo alla scoperta delle equazioni orgonometriche funzionali, sottolineando come il filosofo di Nola considerasse l’individuo non come una somma di molteplici parti ma come un tutto integrante dell’universo che racchiude la totalità dell’essere.

Ecco cosa dice Reich in proposito nell’Assassinio di Cristo: “ Gli insegnamenti di Bruno, muovendosi nella giusta direzione, avevano in sé troppa forza, troppe possibilità di sovvertire l’ordine che teneva insieme le masse ancora addormentate degli animali umani…..Permettere che la scoperta di Dio e del suo Regno divenisse una realtà attuabile, permettere agli uomini di afferrare con la mente, con il cuore e con la vita reale quel che la Chiesa aveva trasformato in un mistero trasferito in un paradiso irraggiungibile, avrebbe significato un disastro totale”.

Ecco come Reich giustifica l’uccisione di Bruno, ritenendolo vittima di ciò che egli definisce il pensiero comune dell’uomo corazzato, descrivendolo come pensiero meccanicistico, nel caso dell’uomo che reprime le pulsioni irrigidendosi, e pensiero mistico nel caso dell’uomo che le avverte nel corpo ma non le comprende.

La grandezza di Reich consiste proprio nell’aver individuato quell’identità funzionale tra il modo di pensare e il modo di essere nella propria struttura muscolare; un corpo rigido, muscolarmente teso, incapace di percepire la pulsazione vitale dell’energia orgonica, che è costretto ad inibire qualsiasi forma di corrente vegetativa, non può che produrre un tipo di pensiero chiuso, coatto, intrappolato tra i binari a senso unico del meccanicismo razionale che ha portato l’uomo civilizzato a negare ogni forma di amore e di contatto emozionale, o del misticismo astratto, altra forma pericolosa di rimozione e negazione degli impulsi vitali.

Di contro, un pensiero funzionale scaturisce dalla conoscenza del nostro apparato mentale e sensoriale, e può esprimersi solo quando l’uomo mette se stesso al centro della conoscenza: “ l’osservatore, nella ricerca, deve conoscere esattamente la propria posizione, se vuole evitare affermazioni sbagliate. Egli deve conoscere in quale ambito funzionale della natura si trovino lui stesso e il soggetto.”

Ed è fin troppo chiaro che Reich giunge alla conclusione che un pensiero cosiddetto funzionale, cioè fuori dalle strettoie del pensiero mistico e meccanicistico, può esprimersi necessariamente in una struttura caratteriale non corazzata, capace cioè di percepire sul piano sensoriale le onde vegetative della pulsazione vitale dell’energia orgonica.

Il fascino di un approfondimento del pensiero funzionale mi ha portato nelle mie ricerche a ritrovarne le tracce in culture antichissime ma perennemente rinnovate, non necessariamente scovate in culture a noi lontanissime.

Alcuni racconti o favole, come quelle che ad esempio raccontava mille anni fa Esopo, se profondamente assimilate, contengono in sé il codice segreto che apre la mente a comprensioni illimitate, e accuratamente approfondite preparano la mente alla destrutturazione di un pensiero scientifico razionale, integrandolo alla circolarità del pensiero funzionale.

Alcune storie illustrano solamente meccanismi psichici che cento anni fa la psicoanalisi ha portato nel mondo occidentale, altre mettono in risalto le limitatezze del pensiero meccanicistico e mistico, altre ancora ambiscono a creare le basi di comprensioni profonde circa la natura della conoscenza, ma tutte sono raccontate in modo che se comprese solo nel loro significato letterale non produrranno alcuna reale comprensione.

La struttura di queste storie è articolata in modo che la loro apparente innocenza, o talvolta stupidità, crei nel lettore quello stato di stupore, di shock che disegni come una crepa nella mente razionale attraverso la quale uno strato più profondo di comprensione possa illuminare la coscienza assopita.

Senza alcuna pretesa o arroganza, mi divertirò nel forum a descriverne di tanto in tanto qualcuna, fanno parte integrante della mia formazione.

Non necessitano di una spiegazione razionale, ne necessariamente di una risposta; il mio invito sincero è quello di lasciare che esse penetrino lentamente nella coscienza al di fuori delle influenze ordinarie a cui la nostra mente è esposta.

In ultima analisi ci saremo divertiti.

Gianfranco Inserra

 

 

Bibliografia

W.Reich, Etere, Dio e diavolo, Sugarco ed.

W.Reich, L’assassinio di Cristo, Sugarco ed.

Idries Shah, I Sufi, Ed. Mediterranee

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